Un oggetto dal gusto retrò, di un epoca in cui ci si circondava di poche cose, di persone e valori: il paralume ricorda i pizzi sangallo, che impegnavano, immagino in compagnia con altre filatrici, le abili mani di chissà quante donne. Il paralume è a forma conica, plissettato ungo la circonferenza con alla base inserito, alternativamente nei fori del “pizzo” , un nastrino di seta color blu.
La base è di forma sferica con l’accenno di un leggero collare dalla quale parte lo stelo che regge il paralume e il portalampada.
Questa lampada è il secondo oggetto realizzato con la mia innovativa tecnica “a spicchi”: VASO1, come esperimento, era nato qualche tempo prima, ma in questa lampada si è voluto adattare la tecnica ad una forma ben più complessa da realizzare nonostante si trattasse di una semplice sfera.
La tecnica a spicchi consiste in una lavorazione particolare del cartone per ottenere, lungo tutto il diametro e sull’asse perpendicolare ad esso, superfici omogenee per aspetto e lisce al tatto, senza le asperità degli scalini da sovrapposizione con cui l’industria realizza i suoi oggetti tridimensionali: la soluzione era nata dall’osservazione di una arancia. Bastava ricrearne gli spicchi ed unirli per ottenere quanto esposto.
Dalla sezione dell’oggetto si ricava il profilo che viene ripetuto tante volte quante necessarie a raggiungere la misura del diametro di ciò che si vuole realizzare: accoppiate a due a due, queste sezioni vengono poi compresse verso il centro, lasciando inalterata l’estremità all’esterno; questa operazione si ripete dopo aver incollato i doppi profili a due a due ancora tra di loro, nuova compressione e nuova ripetizione incollando tra di loro gli spicchi formati da 4 sezioni e così fino al raggiungimento di tre o quattro mega spicchi da riunire per formare l’oggetto finale.
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